Un uomo, a differenza di una donna, non ha un tempo limitato per procreare ecco perché una vera e propria “andropausa” non esiste.
In teoria, la produzione di spermatozoi continua per tutta la vita ma un recente studio ha dimostrato che la qualità del seme è fortemente influenzata dall’età.
Sulla rivista Human Reproduction sono stati pubblicati i risultati di uno studio volto a dimostrare in che modo la qualità del seme viene influenzata negativamente dal passare degli anni. Sono stati analizzati 20 uomini non fumatori di cui 10 avevano un’età compresa tra i 20 e i 28 anni, mentre i restanti avevano un’età tra i 65 e gli 80 anni. Mediante una tecnica ad emissione di raggi X sono stati valutati i livelli di zinco, rame, calcio, zolfo, cloro, potassio, titanio, ferro e nichel nel liquido seminale e i risultati sono stati molto significativi. Gli uomini anziani presentavano elevate concentrazioni di zinco, rame, calcio e zolfo nel liquido seminale rispetto alla coorte di uomini più giovani e questi elementi sono stati associati negativamente alle caratteristiche proprie degli spermatozoi, ovvero motilità, frammentazione del DNA e aberrazioni cromosomiche. In particolare, elevati livelli di calcio e rame sono stati associati negativamente al livello di frammentazione del DNA nonché ad una ridotta motilità spermatica; lo zolfo, invece, è stato associato ad una maggiore percentuale di aberrazioni cromosomiche. In conclusione, gli uomini più anziani presentavano una ridotta qualità spermatica nonché un maggior numero di difetti cromosomici dovuti appunto ad una elevata concentrazione di questi minerali. In base a quanto detto, è vero che non esiste una vera e propria andropausa, ma l’età dell’uomo incide negativamente sulla qualità del liquido seminale rendendo difficoltosa la procreazione e incrementando anche il numero di aborti spontanei a causa di un maggior numero aberrazioni cromosomiche e frammentazioni del DNA.
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