Gli specialisti nel trattamento di infertilità hanno voluto verificare se esiste una correlazione tra il tasso di frammentazione del DNA degli spermatozoi, la presenza di aneuploidie a carico di questi e il verificarsi di aborti spontanei ricorrenti.
È noto che il tasso di aneuploidie è più elevato nei campioni di spermatozoi che oltre ad essere di scarsa qualità, presentano anche più alti valori di indice di frammentazione del DNA. Per comprendere meglio queste eventuali correlazioni è stato condotto uno studio dal Prof. G. Velasco del Dipartimento di Diagnosi Genetica Pre-impianto del Centro IVI di Madrid in Spagna.
I ricercatori hanno cercato di valutare la relazione tra frammentazione del DNA e il tasso di aneuploidie (difetto di numero dei cromosomi) negli spermatozoi e negli embrioni provenienti da tecniche di riproduzione assistita.
In questo studio prospettico effettuato su cicli di fecondazione assistita relativi a uomini infertili appartenenti a coppie con aborto spontaneo ricorrente o con un fallimento d’impianto, i ricercatori hanno preso in considerazione il danno al DNA e il tasso di aneuploidie in campioni di liquido seminale sia a fresco che dopo il trattamento con il test di capacitazione e poi il tasso di aneuploidie negli embrioni tramite diagnosi preimpianto dopo il ciclo di fecondazione in vitro.
Su un totale di 154 embrioni valutati da 38 pazienti sottoposti a cicli di PGD, il 35,2% di questi embrioni sono risultati normali dal punto di vista cromosomico e non è risultata alcuna correlazione tra frammentazione del DNA nei campioni di spermatozoi freschi o trattati e il tasso di aneuploidie negli embrioni.
Quindi si può concludere che la frammentazione del DNA spermatico non sembra essere legata ad anomalie cromosomiche negli embrioni provenienti da pazienti con recidiva di mancato impianto o di aborto spontaneo. Tuttavia, non si può escludere la possibilità che una relazione tra frammentazione del DNA e aneuploidie esiste per altre cause di infertilità e bisognerebbe proseguire gli studi aumentando i campioni analizzati.
Hum. Reprod. (2012) 27 (7)
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