La Corte di Giustizia europea definisce il concetto di embrione e ne vieta l'uso industriale
Gli embrioni non potranno più essere utilizzati a fini industriali. La sentenza della Corte europea di Giustizia del 18 ottobre scorso affronta due argomenti importanti e collegati tra loro: il concetto di embrione e il suo sfruttamento commerciale.
Definizione di embrione. Il primo argomento è quello della definizione di embrione che però viene precisato non intende “affrontare questioni di natura medica”. Viene qualificato come embrione “anche l’ovulo umano non fecondato in cui sia stato impiantato il nucleo di una cellula umana matura”. Qui per nucleo di cellula umana ci si riferisce sicuramente allo spermatozoo ma non solo in quanto nell’ovocita privato del suo nucleo si potrebbe inserire il nucleo di un'altra cellula qualsiasi come si fa per la clonazione. Inoltre rientrano nella nozione di embrione anche “ovuli umani non fecondati, stimolati attraverso la partenogenesi a dividersi e svilupparsi”. È utile qui precisare che la Partenogenesi è una procedura che già si verifica qualche volta in natura e consiste nello sviluppo di un embrione derivante solo dall’ovocita senza l’intervento dello spermatozoo. Questa procedura può essere attivata anche in laboratorio con particolari stimoli.
Un concetto “ampio”. L’entità chiamata embrione inizia, pertanto, secondo la Corte, nel momento in cui lo spermatozoo penetra nell’ovocita. Ciò può avvenire sia in modo naturale come avviene all’interno del corpo e precisamente nella tuba dove spermatozoi ed ovocita si incontrano dopo l’ovulazione. Sia artificialmente come nella Fecondazione assistita mediante la Fivet o la Icsi. Ma anche quando si effettua la clonazione in cui il nucleo di un ‘altra cellula viene trasferito nel citoplasma dell’ovocita privato del suo nucleo originario. Ovvero con la partenogenesi che abbiamo descritto.
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blastocisti |
Discrepanze con il mondo scientifico. In realtà negli ambienti medici (partendo dalle lezioni universitarie a ai centri di Fecondazione assistita) e negli ambienti scientifici si intende per embrione quello stadio finale della fecondazione quando si verifica la cosiddetta singamia (embrione unicellulare). Con quest’ultima il patrimonio genetico maschile e quello femminile si fondono da un punto di vista cromosomico.
Un'ambiguità terminologica: il pre-embrione. Indubbiamente una volta che lo spermatozoo è penetrato all’interno dell’ovocita si innescano delle reazioni che se lasciate andare avanti indisturbate portano alla formazione dell’embrione nella grandissima maggioranza dei casi. Sicuramente si era anche creata un’ambiguità terminologica in molti ambienti anche scientifici dove per pre-embrione si intendevano entità embrionali molto avanzate (spesso fino a 14 giorni dopo la fecondazione). Questa denominazione cominciò ad essere usata (piuttosto incoerentemente rispetto a quelle più classiche) dopo che le tecniche di Fecondazione in vitro umane erano entrate nella routine clinica e le sperimentazioni sull’embrione si erano moltiplicate. Le tecniche di Fecondazione assistita consentono oggi facilmente di staccare una o più cellule dell’embrione per analizzarle (come nella Diagnosi preimpianto) ma anche per farle moltiplicare indefinitamente e costituire nuove entità embrionali o assai simili all’embrione di partenza.
No allo sfruttamento industriale. Questo provvedimento legislativo in pratica limita fortemente la sperimentazione sull’embrione umano e impedisce lo sfruttamento commerciale e la brevettabilità di procedure e tecnologie che su di esso si potrebbero attuare (il vero fine del provvedimento legislativo). Anche per questo era necessario un arretramento ed una precisazione del periodo in cui
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l'ovocita allo stadio di 2 pronuclei |
si definisce l’entità embrionale. Infatti, il fatto stesso che esistono embrioni (in senso classico e cioè da due cellule in poi) o precursori di
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l'embrione da due cellule |
essi (ad esempio l’ovocita allo stadio di 2 pronuclei, conosciuto anche con il nome di ootide) crioconservati pone già da tempo il problema del loro utilizzo a fini commerciali, iniziando da quelli abbandonati dai genitori nei centri di fecondazione assistita. Con questo dispositivo di legge questa evenienza viene pertanto assolutamente esclusa.
Questa sentenza è bene chiarire che non riguarda la pratica della Fecondazione assistita per superare alcuni problemi di infertilità. Il provvedimento, però, indubbiamente riveste l’embrione di una particolare dignità.
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Twitter: @Claudio_Manna
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