Uno studio spagnolo sembra confermare che la Pma non causa maggiori rischi di difetti congeniti nel bebè
Milioni di bambini nascono nel mondo con tecniche di fecondazione assistita. La presenza di difetti congeniti* associati all’uso di queste tecniche sono stati oggetto di numerosi studi con risultati contrastanti, ma tutto sommato confortanti. Questi studi difficili da eseguire e le conclusioni spesso criticabili perché non vi è un’omogeneità nelle popolazioni considerate. Inoltre, i tempi di studio sono molto lunghi e i metodi di rilevazione dei difetti congeniti non uniformi.
A questo proposito per un periodo di 3 anni, (da gennaio 2007 a dicembre 2009), è stato eseguito un interessantissimo studio in un unico ospedale spagnolo. Questo lavoro è stato condotto dall’equipe del Prof. Cabrera dell’Ospedale Virgen de Valme di Siviglia. Partendo da una valutazione retrospettiva dell’insorgenza di difetti congeniti nelle donne in gravidanza spontanea nella popolazione generale, si è cercato di valutare la possibile influenza delle tecniche di riproduzione assistita (FIVET-ICSI) sulla presenza di questi difetti congeniti.
La ricerca è stata effettuata con il Duo-test normalmente utilizzato in medicina prenatale: un test combinato per lo screening di anomalie cromosomiche (tra 11 e 13 settimane di gestazione). In seguito lo screening è stato completato con una ecografia morfologica eseguita a 18-22 settimane.
Durante il periodo di studio ci sono state un totale di 12.478 gravidanze con 12.748 neonati. Il 2,8% (349 casi) sono state gravidanze multiple, il tasso di parti cesarei è stato del 20,5%, l'età media delle donne in gravidanza è stata di 29 anni; il 16,8% delle donne erano di età inferiore o uguale a 35 anni, ed il 5,4% maggiore di 38 anni. L'età media gestazionale alla nascita era stata di 38 settimane.
Il gruppo di gravidanze ottenute da fecondazione assistita è stato del 4,15% sul totale (519 gravidanze) con un'età media di 34,1 anni e un tasso di gemellarità del 32%. Il gruppo di gravidanze spontanee era costituito da 11.959 gravidanze (95,8%) con un'età media di 28,4 anni e un tasso di gemellarità del 1,5%.
Dallo screening è stato evidenziato un qualche tipo di difetto congenito su 282 feti (2,26%). Sul totale dei nati, la percentuale di difetti congeniti è stata dell’1,6% (204 casi) con 78 casi di interruzioni di gravidanza (47 malformazioni strutturali e 31 anomalie cromosomiche). Si sono riscontrati 35 casi di anomalie cromosomiche (con una prevalenza dello 0,28%).
La sindrome di Down è risultata essere la più comune anomalia cromosomica (80% di tutte anomalie cromosomiche). La prevalenza di difetti congeniti nel gruppo proveniente da fecondazione assistita è stato del 3,08% (2,3% di malformazioni congenite e 0,77% di anomalie cromosomiche).
Nel gruppo delle gravidanze spontanee la prevalenza di difetti congeniti è del 2,2% (1,9% di malformazioni e anomalie cromosomiche del 0,25%). Nel gruppo proveniente da fecondazione assistita è stato trovato un aumento di malformazioni a carico del sistema nervoso centrale (20% contro 12,5%) e di quello cardiaco (70% contro 31%).
La piccola differenza in più che si rileva nei nati provenienti da fecondazione assistita potrebbe essere imputabile al fatto che si tratta comunque di coppie infertili e che proprio per questo (cioè non per la terapia di Fecondazione assistita eseguita) ci possa essere un maggior rischio di avere figli con difetti congeniti. Inoltre, questo gruppo era di età maggiore rispetto a quello delle gravidanze spontanee e ciò, come sappiamo, porta ad una maggior frequenza di difetti per anomalie cromosomiche.
L’analisi complessiva dei dati evidenzia che non sono state osservate tra i due gruppi differenze significative nella diagnosi di difetti congeniti. Si potrebbe concludere quindi che le tecniche di fecondazione assistita non rappresentano di per se stesse un motivo di aumento di rischio per l’insorgenza di malformazioni alla nascita.
* Per difetti congeniti si intendono quelle malformazioni di forma o di funzione di un organo che si creano prima della nascita. Questi possono colpire ogni tipo di organo e variano molto per gravità. La causa della loro origine e formazione si distingue in genetica, non genetica e multifattoriale (cioè dovuta alla interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali).
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