Ma chi ne è affetto e vuole un figlio deve operarsi quando desidera avere una gravidanza
L’intervento per asportare una cisti di endometriosi lascia ad una donna il 40% di potenzialità riproduttiva ma un secondo intervento riduce al 25% questa capacità. Ecco perché, secondo alcuni studi eseguiti presso l’Università di Milano e presentati al recente Meeting ESHRE (Società Europea di Riproduzione Umana) che si è svolto a Stoccolma il mese scorso è meglio non ritardare il concepimento dopo un primo intervento di endometriosi. Le ovaie infatti subiscono già la presenza dell’endometriosi come minaccia alla sua normale funzione. Operare questi organi seppure per necessità può ulteriormente danneggiarli. Se si deve reintervenire il danno raddoppia. Pertanto è meglio mettere al più presto in sicurezza la decisione riproduttiva.
Questo ragionamento è ancora più importante quando si osserva che tante realtà nella donna sono oggi cambiate rispetto al passato. Più cicli ovulatori ci sono in una donna più l’endometriosi può causare dei danni mentre viceversa molte gravidanze e l’allattamento allontanano questo rischio. Da molti decenni, infatti, i ricercatori hanno notato che l’età del menarca si è abbassata e si sono ridotti il numero di gravidanze nella vita e la durata complessiva dell’allattamento al seno. È aumentata, invece, l’età alla quale si ha il primo figlio. Pertanto i consigli per aumentare la capacità riproduttiva di chi soffre di endometriosi sono fondamentalmente quelli legati alla riduzione del numero di cicli ovulatori. Ecco perché si sta facendo sempre più spazio l’idea di ridurre i cicli ovulatori con i farmaci. Tra questi gli estroprogestinici (ossia la pillola anticoncezionale) usati qui non tanto o non solo per prevenire gravidanze indesiderate ma proprio per ridurre il numero di ovulazioni e di mestruazioni. La mestruazione interna al corpo ossia nei luoghi e negli organi dove si sviluppa l’endometriosi rappresenta il vero rischio di danno e di recidiva della malattia oltre che la comparsa e persistenza dei sintomi a questa legati. I ricercatori hanno infatti visto che in numerosi studi condotti tra il 2008 ed il 2011 su 240 pazienti operate per endometriosi chi avevano usato la pillola sono state colpite di nuovo dall’endometriosi nel 9% dei casi. Chi invece aveva fatto uso di estroprogestinici, ha avuto una recidiva nel 34% dei casi.
In pratica dopo un intervento di endometriosi la donna dovrebbe cercare di avere al più presto un figlio o almeno prendere la pillola finché non decide di averlo. Detto in altri termini è meglio operarsi, se possibile, vicino alla decisione di avere un figlio piuttosto che operarsi troppo presto(quando magari non è del tutto indispensabile) e far passare poi troppo tempo prima di concepire un figlio rischiando così di doversi rioperare per un aggravamento della malattia (che, come è noto, può essere recidiva).
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