E possibile avere un figlio con l’adozione di un embrione crioconservato
Come è noto, anche in Italia, oggi, è possibile per una coppia infertile avere un figlio ricorrendo a gameti (ovociti o spermatozoi) provenienti da persone estranee alla coppia. In questo caso, se la donna non produce più ovociti o ne forma pochi e di cattiva qualità, può utilizzare quelli di una donna molto giovane per essere fecondati dagli spermatozoi del partner. Oppure, se l’uomo non ha più spermatozoi, si può ricorrere ad un soggetto fertile che fecondi gli ovociti della coppia sterile.
In questi due casi l’embrione che si forma ha il 50% del patrimonio genetico della coppia infertile: se la donna usa gli ovociti di un’altra e gli spermatozoi del suo compagno partorirà un figlio che non è geneticamente suo ma solo di lui; viceversa se gli spermatozoi provengono da un uomo al di fuori della coppia lei può partorire un figlio suo, ma geneticamente di un'altra donna.
Con l’avvento della Fecondazione assistita nel 1978 si è verificata la possibilità di ottenere un numero di embrioni maggiore di quello che serve per ottenere un figlio, perché generalmente si fecondano più ovociti in un tentativo di Fecondazione assistita. Gli embrioni formati in numero superiore a quelli utilizzabili in un singolo tentativo vengono generalmente crioconservati per poter essere utilizzati successivamente per un’ ulteriore gravidanza o perché il primo tentativo è fallito. Accade, però, che se la coppia ha già ottenuto una o più gravidanze e non desidera averne altre, pur avendo altri embrioni crioconservati a disposizione, li abbandoni ad un destino molto incerto.
In pratica, però, molti di questi embrioni potrebbero dar luogo ad una gravidanza se trasferiti dopo scongelamento nell’utero di una donna in una coppia infertile. Questa procedura è estremamente semplice perché anche senza l’uso di farmaci e in un ciclo assolutamente naturale senza alcun dolore per la donna gli embrioni scongelati possono essere trasferiti nell’utero.
Il figlio verrà partorito dalla donna, ma non sarà geneticamente né di lei né del suo partner. In pratica è come adottare dei figli prima della nascita. I vantaggi dell’embriodonazione rispetto all’adozione tradizionale non sarebbero pochi. Infatti, la donna partorirebbe il figlio che desidera adottare offrendogli una vita prenatale e successiva alla nascita identica a quella di qualsiasi altro bambino. Spesso i bambini adottati hanno già storie difficili e di incerta origine con possibili traumi che si portano per lungo tempo. Inoltre, l’adozione degli embrioni può avvenire senza le faticose e lunghe trafile burocratiche che conosciamo per le pratiche di adozione di minori e con costi economici spesso davvero notevoli. Inoltre, questa procedura sarebbe eticamente accettabile anche dalla chiesa cattolica, perché paragonabile all’adozione tradizionale e sottrarrebbe gli embrioni già formati ad un destino quanto mai incerto.
Perché l’embriodonazione possa essere praticata in Italia gli embrioni dovrebbero essere dichiarati adottabili e la legislazione in tal senso non esiste ancora, ma all’estero la possibilità è molto più concreta.
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