Crioconservare gli ovociti permette di spostare più avanti l'età per avere un figlio, senza ricorrere alla fecondazione eterologa
L'avanzamento dell'età al primo parto è uno dei cambiamenti demografici più significativi degli ultimi decenni. Nel Regno Unito, ad esempio, nel 2009, il 47% delle donne e il 64% degli uomini sono diventati genitori per la prima volta oltre i 30 anni. Data l’impossibilità biologica della vita riproduttiva femminile di stare al passo con questa tendenza di differimento della gravidanza, è più importante che mai informare sia gli uomini che le donne sui rischi legati a questa scelta e sulle strategie praticabili per rinviare la perdita di fertilità, ove possibile.
La maggior parte dei metodi disponibili per ritardare la perdita di fertilità sono ben provati: evitare il fumo, droghe o alcool in eccesso, anche il mantenimento di un peso corporeo nella norma e fare un regolare esercizio fisico sono utili. Tuttavia è difficile quantificare l'estensione dei benefici che si possono ottenere dai cambiamenti nello stile di vita e molti giovani sembrano sovrastimare l'impatto di uno stile di vita "sano" sulla loro fertilità futura.
Inoltre, la fecondazione in vitro è spesso percepita come un mezzo straordinario per "salvare" la fertilità di una donna se è troppo vecchia per concepire naturalmente, una specie di bacchetta magica dell’ultima ora. Ma le probabilità di successo della gravidanza con la fecondazione in vitro per le over 40 sono basse e non sono migliorate in modo significativo negli ultimi 20 anni.
Sembra che l'orologio biologico sia accelerato negativamente dal fumo e dall'esposizione alle tossine ambientali, ma che non ci siano mezzi efficaci attualmente per rallentare i meccanismi naturali di invecchiamento sia generali e ancor di più riproduttivi. Nonostante l’aspettativa di vita di uomini e donne si sia raddoppiata praticamente dall’inizio del ‘900, la vita riproduttiva della donna non sembra aumentata neanche di un giorno dall’inizio della nostra specie. È infatti legata al numero di piccoli follicoli contenuti nelle sue ovaie che si esauriscono nel tempo ad una velocità crescente già prima dei 30 anni : si parla in termini tecnici di Riserva Ovarica
I recenti sviluppi nei metodi di valutazione della riserva ovarica combinata con un miglioramento della sopravvivenza degli ovociti dopo la vitrificazione consente ora sia di misurare bene la riserva ovarica individuale sia di scegliere il congelamento dei propri ovociti per prolungare artificialmente la riserva ovarica oltre la sua durata naturale nelle ovaie.
Dall’Università del New South Wales di Sydney in Australia, durante il Congresso annuale dell’ESHRE, viene la spinta a considerare i vantaggi di questo approccio rispetto all'attuale utilizzo, da parte di donne anziane che desiderano diventare madri, di ovociti donati da giovani donne. La crioconservazione dei propri ovociti avrebbe il vantaggio di essere più etica e non spingere alla pratica della donazione di ovociti le giovani donne di paesi più poveri per semplice bisogno economico.
Queste possibilità si sono affacciate nella pratica quando le tecniche di crioconservazione ovocitaria sono diventate molto efficienti. Infatti, si stanno allestendo banche mondiali di ovociti crioconservati provenienti da donne anche molto lontane geograficamente da quelle che desiderano averne perché ormai verso la menopausa. Sono cioè gli ovociti crioconservati che viaggiano e non le donne che li devono ricevere per un mercato che anche in questo caso si è globalizzato.
E’ evidente che anche l’uso dei propri ovociti prelevati e crioconservati in età molto giovane potrebbe diventare una strategia abbastanza diffusa per il futuro. Si pensi a chi sa che dovrebbe avere una menopausa precoce, chi teme tumori con perdita delle possibilità riproduttive, chi vuole posporre la gravidanza per motivi di carriera o chi nell’ipotesi di una unione successiva desidera mantenere una riserva di ovociti da condividere con il partner successivo.
Nella pratica ulteriori studi sono necessari al fine di convalidare l'uso di alcuni parametri biologici come l’ormone anti mulleriano (AMH) e il conteggio dei follicoli antrali (AFC), eventualmente in combinazione con test genetici, per identificare l'età ottimale per ogni donna in cui raccomandare ed effettuare il congelamento degli ovociti.
Sembra probabile che questa età possa variare notevolmente da una donna all'altra. Per esempio, a donne che hanno una storia familiare di menopausa precoce, basso AMH e AFC verrà consigliato di prendere in considerazione la crioconservazione degli ovociti in età più giovane rispetto a coloro che hanno la sindrome dell'ovaio policistico e alto AMH con normale riserva ovarica.
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