I dati scientifici ricavati dai principali studi finora pubblicati non consentono di dimostrare una relazione di causa-effetto tra questa neoplasia e l'uso di farmaci per l'infertilità.
I farmaci usati nei trattamenti di fecondazione assistita sono principalmente le gonadotropine (ormoni FSH, LH e hCG), scoperte nel 1940 ed introdotte nei protocolli terapeutici a partire dagli anni ꞌ60. La comunità scientifica ha sempre prestato attenzione ai possibili effetti collaterali di questi farmaci e in particolare all’eventualità di sviluppo di tumori quali, ad esempio, quello della mammella che colpisce una donna su 8 nel corso della vita. Al presente, un rilevante numero di studi attendibili consente di esprimere conclusioni rassicuranti sull’uso di questi farmaci. Nel 2005 alcuni ricercatori del St George’s Hospital hanno pubblicato una revisione di ben 15 studi scientifici. Le conclusioni in 11 di questi, relativi a 60.050 donne trattate con stimolatori dell’ovulazione, non hanno mostrato associazione significativa tra i farmaci ed il rischio di sviluppare il cancro. Gli altri 4 studi, detti “caso-controllo”, relativi ad 11.303 donne con tumore al seno (casi) e a 10930 donne sane (controlli), hanno dimostrato che, tra le donne che avevano sviluppato il tumore, la percentuale di quelle sottoposte a trattamenti per l'infertilità non era significativamente diversa da quella delle donne sane.
A conclusioni simili erano giunti altri importanti studi.
Nel 2007 l'American Journal of Epidemiology pubblicò i risultati di un imponente lavoro danese, condotto su 54.362 donne infertili, che non evidenziò un aumento del rischio di cancro in conseguenza dell'uso di induttori dell’ovulazione.
Inoltre è degno di nota il fatto che i recenti progressi, compiuti nella lotta contro il cancro al seno, comprendono nuove tecniche volte prima a preservare la fertilità nelle pazienti affette dal cancro e poi, al termine delle cure, a consentire loro di accedere ad un percorso di fecondazione assistita. Infatti per queste donne esistono protocolli di stimolazione farmacologica specifici che utilizzano, oltre alle gonadotropine, i cosiddetti “inibitori delle aromatasi” (letrozolo).
In conclusione, sebbene il tumore al seno possa essere influenzato in alcune circostanze dagli ormoni, i dati scientifici attualmente disponibili, derivanti dall'analisi di tutti gli studi pubblicati, non permettono di dimostrare una relazione di causa-effetto tra questa neoplasia e l'uso di farmaci per l'infertilità.
Fonti:
Int J Fertil Womens Med. 2005 Nov-Dec;50(6):259-66
In vitro fertilization and breast cancer risk: a review.
Salhab M, Al Sarakbi W, Mokbel K
Placenta. 2008 Oct;29 Suppl B:169-77
Infertility as a cancer risk factor - a review.
Cetin I, Cozzi V, Antonazzo P.
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Risk of cancer after use of fertility drugs with in-vitro fertilisation.
Venn A, Watson L, Bruinsma F, Giles G, Healy D.
Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2007 Jul;16(7):1400-7
Risk of breast cancer after exposure to fertility drugs: results from a large Danish cohort study.
Jensen A, Sharif H, Svare EI, Frederiksen K, Kjaer SK.
Fertil Steril. 2012 Dec;98(6):1363-9
Ovarian stimulation and fertility preservation with the use of aromatase inhibitors in women with breast cancer.
Reddy J, Oktay K.
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