Qualche consiglio su come affrontare e come risolvere l’infertilità secondaria
Dopo il primo figlio, i genitori sono entusiasti e in alcuni casi già dopo pochi anni si pensa a concepirne un secondo. Nonostante i numerosi tentativi questo figlio però si fa attendere, perché?
La condizione conosciuta come infertilità secondaria, che ostacola una seconda gravidanza nonostante la prima sia avvenuta senza particolari problemi, può essere dovuta a numerosi fattori che riguardano sia l’uomo che la donna.
Prima di analizzare questi fattori bisognerebbe sapere se la prima gravidanza è giunta subito oppure dopo molto tempo. Nel primo caso è probabile che si sia verificato un evento fortuito che ha condizionato la fertilità come ad esempio un’infezione acuta delle tube o del tratto genitale maschile; nel secondo caso invece potrebbe essersi verificato un avvenimento che ha portato al peggioramento di una condizione patologica preesistente come una prostatite o un varicocele. In questi casi gli esami clinici da effettuare saranno una isterosalpingografia per la donna e uno spermiogramma per l’uomo.
Un’altra causa dell’infertilità secondaria può essere la comparsa delle cosiddette “aderenze” ovvero fasce di tessuto fibroso cicatriziale anormale che uniscono superfici di tessuti in sedi anomale. Le aderenze, che possono verificarsi in seguito ad un intervento chirurgico come un raschiamento o un parto cesareo, possono formarsi intorno alle tube a alle ovaie ed essere causa di infezioni, infiammazioni o formazione di polipi uterini. In quest’ultimo caso, un esame clinico come l’isteroscopia può essere molto utile per verificare l’integrità della cavità uterina.
Tuttavia, anche l’età è da considerarsi una delle cause di infertilità secondaria; è noto infatti che la fertilità della donna diminuisce con l’aumentare degli anni e anche per l’uomo, sebbene in maniera meno pronunciata, la capacità riproduttiva si riduce. In questi casi gli interventi medici sono più difficili ma non impossibili. Nei casi di infertilità maschile si può ricorrere a terapie mirate al miglioramento dello spermiogramma o all’inseminazione intrauterina; se la condizione di sterilità è più grave si può invece ricorrere alla ICSI. Se, al contrario, la sterilità è dovuta ad un problema tubarico è sufficiente ricorrere alla FIVET.
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