Non c’è possibilità di migliorare la riserva ovarica con l’uso delle cellule staminali
Da tempo i ricercatori si sono posti il quesito se esistono cellule staminali della linea germinale femminile che siano in grado di generare nuovi ovociti anche in età adulta sostenendo così la riserva ovarica o se come si è sempre sostenuto il numero di ovociti femminili che si forma durante lo sviluppo fetale non può essere in alcun modo rinnovato.
Durante la vita fetale nelle ovaie si formano migliaia di cellule germinali prefollicolari che andranno a costituire la riserva ovarica, poi queste cellule germinali, nel periodo della vita riproduttiva femminile di circa 30-35 anni, si trasformeranno ogni mese in una serie di follicoli antrali contenenti ovociti immaturi. Di questi solo un follicolo diverrà dominante ed arriverà a maturazione producendo, tramite il processo della meiosi, un ovocita maturo che potrà essere fecondato, mentre gli altri regrediranno ed andranno persi, portando man mano alla diminuzione costante della riserva ovarica.
Da una complessa ricerca condotta da Lei Lei e Allan C. Spradling dell'Howard Hughes Medical Institute della Carnegie Institution for Science di Baltimora però non sono state trovate nell’ovaio cellule staminali germinali attive che possono produrre nuovi ovociti. I follicoli primordiali generati durante la vita fetale risultano essere altamente stabili bastano a sostenere il processo dell’oogenesi nella donna adulta, senza fonti di rinnovamento che potrebbero essere le cellule staminali.
Questo risultato della ricerca effettuata conferma che il pool di ovociti con cui una donna nasce è definitivo e va pian piano ad esaurirsi sino alla comparsa della menopausa.
Quindi con i risultati di questa ricerca viene a care l’ipotesi fatta da alcuni biologi sulla possibilità di utilizzare a fini terapeutici, se si fossero trovate le cellule staminali della linea cellulare germinativa, nei casi di infertilità femminile dovuta a ridotta riserva ovarica e nei casi di menopausa precoce.
Dalla rivista Proceedings of the National Accademy of Science -PNAS 29 Aprile 2013
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