Questa tecnica consente di affrontare l'80% degli interventi chirurgico-ginecologici
La laparoscopia è una moderna tecnica chirurgica utilizzata per il trattamento di diverse patologie ginecologiche. La chirurgia laparoscopica in ginecologia nasce in Europa nel 1940 ad opera di Raul Palmer ginecologo parigino il quale usò l’endoscopica (metodo di esplorazione dal punto di vista medico che permette di visualizzare l'interno del corpo o di un organo) per esaminare le tube nei casi di infertilità.
Le prime patologie curate con la laparoscopia. La prima procedura chirurgica interamente effettuata per via laparoscopica fu la sterilizzazione tubarica. Ovviamente lo sviluppo della chirurgia mini invasiva operativa andò di pari passo con l’evoluzione tecnologica. Sicuramente l’introduzione dell’uso della telecamera applicata al laparoscopio ha permesso un rapido sviluppo di questa tecnica dal momento che consentiva all’operatore di avere entrambi le mani libere per operare e permetteva anche agli assistenti di seguire l’intervento sul monitor. Il laparoscopio è uno strumento fornito di un sistema di illuminazione e di un sistema ottico che consente la visione dell’interno della cavità addominale. Ha la forma di un sottile cilindro allungato dentro il quale scorrono fibre ottiche. Ad una delle due estremità c'è una lente. All'estremità opposta ci sono gli attacchi per la telecamera e per l’illuminazione.
La laparoscopia e la fecondazione assistita. I primi interventi effettuati riguardarono patologie annessiali cioè delle tube e delle ovaie come cisti ovariche, aderenze ed occlusioni tubariche e per le gravidanze extrauterine. Fu proprio grazie a questo strumento che fu possibile nel 1978 far nascere la prima bambina con la Fecondazione in Vitro. Infatti grazie a questo strumento Patrick Steptoe riuscì a prelevare l’ovocita dal follicolo ovarico per darlo a Robert Edward (premio Nobel per la Medicina) il quale avrebbe ottenuto, per la prima volta, la formazione di un embrione al di fuori del corpo.
I progressi della tecnica. Perfezionandosi lo strumentario chirurgico laparoscopico e sviluppandosi le tecniche di sutura fu possibile ampliare la gamma degli interventi effettuabili. Nel 1979 il ginecologo tedesco Kurt Semm, un vero pioniere e precursore della laparoscopia dell’era moderna, descriveva la prima miomectomia laparoscopica: all’asportazione meccanica del mioma seguiva l’applicazione dei punti di sutura per via laparoscopica. Negli Stati Uniti, nel 1989 il ginecologo Harry Reich effettuava la prima isterectomia (operazione chirurgica che serve a rimuovere l’utero) totalmente laparoscopica.
Piccole incisioni, grandi risultati. La massima “grande chirurgo, grande taglio” è sempre stata comunemente associata alla chirurgia addominale per dire che un chirurgo deve avere una visione la più possibile ampia del campo operatorio. Noi tutti però oggi sappiamo che questo punto di vista non può più considerarsi attuale. La grandezza di un intervento chirurgico non va di pari passo con la grandezza dell’incisione chirurgica. La laparoscopia infatti ha vantaggi enormi: limita in maniera considerevole il trauma addominale, con l’utilizzo di piccole vie di accesso (massimo 1,5cm) e consente di eseguire esattamente gli stessi interventi che si effettuerebbero altrimenti con un’incisione sull’addome. Le crescenti conoscenze della fisiologia umana, il perfezionamento delle tecniche operatorie laparoscopiche e lo sviluppo tecnologico di apparecchiature e strumentari laparoscopici sofisticati hanno reso possibile eseguire anche interventi molto complessi in cavità addominale. Si può affermare che in condizioni ideali più dell’80% della patologia benigna ginecologica che necessita di intervento chirurgico può essere oggi trattata con la laparoscopia.
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