Eventi stressanti possono influire negativamente sulla gravidanza già dai primi mesi
Spesso molte donne in gravidanza credono che il rapporto madre-feto si instauri verso la fine della gestazione, quando cioè il feto è già formato e pronto per venire al mondo. La verità però è un’altra e ben diversa da questa credenza. Il feto, infatti, stabilisce un rapporto simbiotico con la propria madre già nelle primissime settimane di gravidanza e pertanto è in grado di percepire e “reagire” a tutti gli stati d’animo materni siano essi positivi o negativi.
Evidenze scientifiche dimostrano che gli stati d’animo della donna come ansia, stress e attacchi di panico possono avere un effetto drammatico sul feto. Una recente analisi pubblicata sulla rivista Human Reproduction ha dimostrato come forti situazioni di stress possano influire sulla durata del parto e sulla normale formazione degli organi del nascituro nelle primissime settimane di gestazione. In questo studio sono state confrontate donne che al 2° o al 3° mese di gravidanza sono state interessate dal terremoto in Cile, e donne che invece erano rimaste incinte un anno prima. Tra le donne colpite dal terremoto, una percentuale era andata incontro a parto pretermine ed un’altra ad aborto spontaneo tra il 2° e 3° mese di gravidanza rispetto alle donne che un anno prima avevano portato a termine una gravidanza normale. Lo stesso studio ha inoltre dimostrato che una situazione di forte stress emotivo influisce anche sul sesso del nascituro; questo non significa che lo stress ne determini necessariamente il sesso ma che la percentuale di nati vivi maschi in confronto alle femmine, in queste situazioni, subisce un forte calo.
Su come lo stress materno possa portare a queste condizioni patologiche cominciano ad arrivare dati interessanti. Infatti studi scientifici dimostrano che in condizioni di stress l’organismo produce elevati livelli di cortisolo che sembra influire negativamente sullo sviluppo fetale.
Gli esperti ipotizzano che l’innalzamento dei livelli di cortisolo servano a segnalare una condizione di rischio per l’organismo. In quest’ottica di “pericolo” l’aborto spontaneo rappresenterebbe una difesa che l’organismo stesso mette in atto per contrastare una gravidanza che potrebbe mettere a rischio la salute della donna.
In conclusione, è quasi scontato suggerire alle gestanti di vivere serenamente quest’attesa e di evitare quanto più possibile situazioni stressanti anche quotidiane che possano influire negativamente sul prodotto del concepimento. Naturalmente è difficile attuare sempre le misure più idonee a ridurre le condizioni di stress materno ma tutto può servire. La musica ad esempio…è la migliore amica dei nervi.
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