Qualche mese fa, una paziente, poco prima iniziare la terapia di stimolazione ovarica per la fecondazione in vitro, ci chiamò, perché non aveva più a disposizione i farmaci prescritti a suo tempo. Alla nostra domanda, sulla ragione della mancanza delle iniezioni da fare, rispose: "Guardi, mi dispiace ma ho messo la scatola dei farmaci che tenevo in frigo nel forno a microonde". Quasi si trattasse di sofficini o bastoncini da scaldare!
La segretaria mi raccontò questo episodio come una specie di aneddoto comico e la cosa, al di là di svariati commenti di incredulità, fu infine archiviato come un bizzarro e raro episodio. Successivamente, però, riprendemmo in considerazione l’episodio quando notammo numerosi altri strani episodi, che occorrevano alle nostre coppie soprattutto riguardo dimenticanze e richieste di chiarimento banalissime.
Noi trascorriamo, in genere, molto tempo con i pazienti a descrivere nei dettagli in cosa consistono le tecniche di fecondazione assistita (IUI, FIVET, ICSI, Pick-Up degli ovociti, Transfer degli embrioni ecc,) e le altre varie terapie per l’infertilità. Dopo aver spiegato anche il piano personalizzato per loro, ci capita sempre più spesso di essere richiamati quasi subito per chiarimenti con la frase: "ma ora cosa dobbiamo fare?".
Dopo aver accuratamente escluso difetti nella chiarezza delle nostre spiegazioni si è affacciata però alla nostra mente un’altra inquietante ipotesi. Anche perché, 10 anni fa, tutto questo non ci accadeva (almeno in queste proporzioni). I riscontri con molti dei nostri colleghi sembrano, peraltro, coincidere abbastanza sistematicamente.
In pratica, pare sempre più spesso a noi medici e al nostro staff di comunicare con pazienti e coppie sempre meno concentrate e più distratte nel seguire, ricordare ed effettuare correttamente le prescrizioni ed i piani terapeutici insieme a domande ripetitive e su piccoli dettagli come suggerite dall’ansia di scarsa sicurezza circa le cose da fare e la paura di sbagliare.
La spiegazione che ci stiamo dando è che oggi le persone (in questo caso i pazienti ) sono molto più impegnate, specie mentalment, e nel disbrigo di problematiche quotidiane crescenti. Pertanto, il livello di attenzione richiesto per l’espletamento di piani diagnostici e terapeutici, un po’ complessi come quelli per l’infertilità, è a volte superiore a quello residuo e così diventa facile dimenticare o non aver ben compreso la sequenza delle cose da fare. Ciò genera ansia, problemi di comunicazione ed a volte persino sfiducia nei confronti dello staff medico. Sappiamo bene, infatti, come sia diventata difficile e complessa la vita di tutti giorni tra impegni e burocrazie, sempre di corsa per cercare di completare cose, a volte del tutto normali, ma rese difficili e costose da scarsi servizi .
Cosa fare? Intanto, è fondamentale aver compreso il problema, perché questo ci dà la possibilità di agire con maggior pazienza e soprattutto di comunicare in maniera ancor più semplice e modulata per livelli di concentrazione meno alti. I primi risultati sembrano incoraggiant,i specie quando raccontiamo gli episodi che ci capitano ogni tanto i quali aiutano le coppie a sentirsi più comprese.
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