L’infertilità e il suo trattamento sono fattori di stress gravi e molte donne sottoposte a cicli di fecondazione assistita vivono questa l’esperienza emotiva con un significativo disagio.
Diversi fattori possono influenzare le reazioni emotive al trattamento dell'infertilità, comprese le strategie per aumentare la capacità di controllo attivo, detto anche coping della propria emotività.
Il coping rappresenta la capacità della persona a reagire ed affrontare situazioni emotivamente negative e difficili, questa capacità dipende molto dal tipo di soggetto esposto alla situazione. Ogni persona risponde alle avversità in maniera variabile e soggettiva dovuta al tipo di carattere di ognuno. Tutti sono in grado di variare la propria capacità di fronteggiare una situazione. Questo dipende da una serie di fattori che possono cambiare a seconda del momento e dell’evento da affrontare.
È stato effettuato uno studio dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Atene su 137 donne con problemi di fertilità sottoposti a fecondazione in vitro per valutare l'associazione tra la percezione di controllabilità infertilità e le strategie di coping al disagio psicologico. La bassa percezione di controllabilità personale è stata associata con l'uso frequente di non attuare la propria capacità di reazione, mentre una alta percezione di controllabilità è stato associato positivamente.
Questo studio ha mostrato che la percezione di bassa controllabilità è associata con un basso coping, e che la sensazione di controllabilità del problema infertilità è strettamente connesso allo stress psicologico. Questi risultati sono utili per capire come far fronte allo stress psicologico delle donne infertili e per identificare in anticipo quelle donne che potrebbero essere a maggior rischio di forte stress, quindi bisognose di un adeguato sostegno.
Pertanto, sarebbe auspicabile da parte del personale sanitario cercare di migliorare i servizi di supporto per le donne infertili sottoposte a trattamento di fertilità per aumentare il senso di controllo e modificare le abilità di coping di quelle donne ritenute a rischio.
Da Reproductive BioMedicine Online
Vol 24, June 2012
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