Recentemente diverse ricerche hanno dimostrato come la condizione psicologica della mamma influenzi lo sviluppo del feto. A proposito risultano di grande interesse gli studi sullo sviluppo fetale (Della Vedova et al., 1998, 2005) che hanno riscontrato come il feto, già a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si presenti attivo e in grado di interagire con gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e dal corpo materno.
La gravidanza, allora, ha cominciato a essere considerata come quel periodo di 40 settimane in cui inizia a instaurarsi un dialogo inconscio, tra la futura mamma e il feto, che utilizza la sensorialità come strumento di comunicazione. L’importanza di queste scoperte risiede nel fatto che la maturazione non solo fisica ma anche mentale del bambino dipende dai vissuti psicologici della madre già durante la gestazione e come, quindi, occorre supportare la donna in questo delicato periodo della sua vita.
Di fatto, è risaputo che il divenire madre è una fase complessa che implica una riorganizzazione psichica della donna e di conseguenza una fragilità e una vulnerabilità della stessa. Benvenuti allora i corsi di preparazione al parto che inseriscono le future mamme all’interno di una rete in cui scambiare sensazioni, emozioni e difficoltà e che permettono alle donne di venire a contatto con professionisti che possono offrire, direttamente o attraverso degli invii, un sostegno più specializzato qualora se ne ravvisasse la necessità.
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