La felicità non è una meta ma un modo di viaggiare. Qualche riflessione e consiglio su come ritrovarla nei momenti di crisi.
E se pensassimo di essere in possesso degli ingredienti per la nostra felicità, ma che distratti non ce ne siamo accorti? Parlare di felicità, oggi giorno, in un epoca di crescente disoccupazione, e di crisi delle istituzioni, rappresenta una sfida per ognuno di noi. Eppure, i primi tre passi per muoversi verso la strada della propria felicità, partono spesso da situazioni dolorose, e potremmo chiamarli: rabbia, coraggio, e umiltà.
Il sentimento della rabbia è necessario, perché costituisce un potente motore verso il cambiamento; una sorta di trampolino di lancio, per un nuovo ed entusiasmate viaggio. Il coraggio può essere il nome, del secondo passo da compiere, necessario per chi vuole sperimentare strade future, e che spesso gli sono oscure. Difatti, se ci è possibile sapere da dove partiamo, non lo è conoscere dove arriveremo. Infine, il terzo passo, potremmo chiamarlo: dell’ umiltà; poiché occorre saper riconosce le proprie risorse, ma anche rispettare i propri limiti e le proprie origini.
Ma quali sono gli ostacoli che ci impediscono di percorrere il cammino della felicità? E perché più la cerchiamo e meno la troviamo? A volte ci accaniamo in un desiderio, e finisce che diventiamo sempre più insoddisfatti, data l’impossibilità di realizzarlo: può trattarsi di avere un figlio, o di ottenere una promozione a lavoro, o di migliorare la propria abitazione, ecc…
Innanzitutto, per essere felici, occorre ritrovare il piacere delle relazioni umane, che spesso si perde nel tentativo di raggiungere i propri obiettivi. L’ essere capace di stare in relazione, con un altro essere umano, costituisce la più potente arma che abbiamo per sentirci vivi. Le relazioni possono essere varie ci sono quelle fugaci, quelle durature, quelle momentanee, ma tutte sono essenziali al nostro benessere, specie quelle intime.
Sempre più giovani disoccupati, trascorrono giornate intere sul web, nel tentativo di trovare lavoro; oppure persone che hanno bisogno d’ aiuto e d’ informazioni, esplorano in continuazione i siti internet, cercando lì la risposta ai propri malesseri, e finendo, poi, per rimanere giornate intere rinchiusi in casa. Ma questo modo di vivere, che si ripete ciclicamente, ci estranea dal contatto con l’ altro essere umano.
Quindi smettiamo di obliterarci di lavoro stando al pc; e usciamo dalle nostre case, anche solo per incontrare lo sguardo e il saluto di un professionista o di un altro essere umano. Cerchiamo di salutare un po’ più spesso, di quello che ci è congeniale; e sorridiamo ai bambini, ai passati, ed ai curiosi; forse all’ inizio sarà imbarazzante, ma vedrete quanti effetti benefici avremo in breve tempo.
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