Non si tratta di possibilità aleatorie: dal 2000 al 2010 ci sono stati risultati notevoli
Le cellule staminali sono un argomento di grande attualità non solo nel mondo scientifico ma anche nel campo mediatico data la grande diffusione del tema della conservazione del sangue cordonale attraverso Centri pubblici o privati. Il cordone ombelicale è simbolo di vita, perché un tramite fra la mamma ed il feto. Alla nascita viene tagliato, ma continua a rappresentare uno scrigno vitale, perché il sangue in esso contenuto racchiude una buona percentuale di cellule staminali multipotenti (in grado di generare alcuni tipi cellulari differenziati, ad esempio cellule del sangue), dalle possibili applicazioni terapeutiche. In realtà non si tratta di possibilità aleatorie: solo dal 2000 al 2010 la percentuale di trapianti ematici effettuati grazie a campioni di sangue cordonale è aumentato esponenzialmente, con risultati notevoli. L’applicazione terapeutica in particolare in campo oncologico e pediatrico va di pari passo con la ricerca. Infatti, la guarigione da alcune forme di leucemia e di malattie ematiche neoplastiche ha avuto esito positivo.
Le malattie oncoematologiche nel nostro Paese hanno un’incidenza di 12 casi ogni 100 mila abitanti e di questi circa 500 sono bambini al di sotto dei 14 anni. La possibilità di avere a disposizione un numero elevato di campioni a cui attingere aumenta le possibilità di compatibilità a scopo di trapianto. Per questo esistono dei centri o banche pubbliche di raccolta per la donazione del cordone ombelicale.
Il prelievo di circa 100cc. di sangue cordonale e la sua crioconservazione (a temperature basse in azoto liquido) per mantenerne intatte le caratteristiche, ha però alcuni vincoli, perché non tutte le Strutture Ospedaliere pubbliche hanno a disposizione una Banca per la donazione del cordone ombelicale. Inoltre, esistono anche vincoli legati ai giorni, ai requisiti materni (eventuali malattie infettive riportate in passato, presenza di tatuaggi, problemi in gravidanza, presenza di patologie ematiche). Pertanto non risulta una procedura facile anche se in aumento. Per questo negli ultimi anni è sempre maggiore il numero di banche di crioconservazione estere, che propongono il servizio di crioconservazione autologa, cioè ad uso personale.
Questi ostacoli non facilitano indubbiamente la scelta ed aprono anche discussioni accese sulla validità o meno della conservazione autologa, discussioni sulla carenza di alcune strutture, sul diritto alla terapia e alla sperimentazione e sui tempi d’attesa.
La verità è che guarire da una patologia severa, come la leucemia o come l’anemia attraverso l’infusione di cellule staminali si può. Un esempio di successo è uno dei primi trapianti effettuati nel 1989, in un bambino affetto da Anemia di Fanconi, attraverso le cellule staminali cordonali del fratellino. Nel 1993 ci fu il primo trapianto di cellule staminali cordonali fra non consaguinei, nel 1998 a New York fu stilata un’indagine dal Dr. Rubistein sui primi 567 pazienti trapiantati con cellule staminali cordonali e tutti perfettamente guariti, concludendo che il sangue cordonale è una miniera d’oro per la salvezza dei pazienti affetti da leucemia. Nel 2005 l’applicazione del trapianto di sangue cordonale in pazienti affetti da patologie severe del sistema immunitario comincia ad avere riscontri positivi, con più di 500 casi positivi nel mondo.
Questi sono solo alcuni degli avvenimenti più noti nell’applicazione e nella ricerca terapeutica applicata alle patologie oncoematologiche e del sistema immunitario. Ad oggi le patologie sicuramente curabili sono l’Anemia di Fanconi (oltre 10.000 trapianti nel mondo), le leucemie (mieloide acuta, cronica e linfoide acuta) e le talassemie. Il trapianto viene preso in considerazione quando le terapie farmacologiche non hanno l’effetto sperato, quando il paziente non reagisce o non riesce ad affrontare una terapia chemioterapica.
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