Spesso nei forum sul web i pericoli sono enfatizzati, creando allarmismo. La personalizzazione dell'intervento li riduce notevolmente
Sono pochi e ben identificabili i rischi e le complicanze della fecondazione assistita (ICSI o FIVET). Tuttavia le coppie infertili che pensano di ricorrere a queste tecniche o l’hanno già fatto sono sempre molto preoccupate per le controindicazioni. Andiamo a vedere quali sono questi eventuali problemi derivanti dalla Pma.
Iperstimolazione. Si tratta di una risposta eccessiva della donna all’uso di farmaci ormonali per stimolare le ovaie che aumentano molto di volume. Il dolore può essere molto intenso, può comparire una quantità notevole di liquido in cavità addominale che, in casi estremi, provoca complicanze renali e della coagulazione nel sangue. Si va dall’iperstimolazione più lieve (semplice dolore pelvico) a quella più grave che sembra rappresenti il 2% di tutti i casi e che richiede il ricovero in ospedale. Dai numeri del Registro Nazionale della Procreazione Medica Assistita presso l’Istituto Superiore di Sanità queste complicanze sembrano diminuite in Italia. L’iperstimolazione infatti è sempre più prevenibile soprattutto quando si riesce ad individuare i casi più a rischio come ad esempio le pazienti che presentano la sindrome dell’ovaio policistico.
Gravidanze multiple. Possono insorgere quando si trasferiscono in utero più embrioni per aumentare le probabilità che almeno uno si impianti. In alcuni casi infatti se ne impiantano 2 o più specialmente se l’età della donna è al di sotto dei 30 anni. Accade all’incirca in un quarto delle gravidanze ottenute con la ICSI o la FIVET. In caso di gravidanza multipla sia la mortalità che i rischi per la salute di madre e dei figli sono superiori e la stessa iperstimolazione è più grave e frequente in questa circostanza rispetto alle gravidanze singole. Se nell’ultimo report della Società scientifica ESHRE sulle gravidanze ottenute con la ICSI in Europa la percentuale dei successi conseguiti con questa tecnica erano del 29,9% le gravidanze multiple sono risultate del 20,8%. La riduzione di queste ultime (che si registra anche in Italia secondo i dati del nostro Ministero della Salute) è continua ma la percentuale resta ancora elevata per quello che le autorità sanitarie e la comunità scientifica si propongono. Infatti, i costi economici delle gravidanze plurigemellari possono essere elevatissimi vista la necessità in questi casi di ricorrere a terapie intensive neonatali. Ma anche i costi umani o familiari non sono trascurabili per l’eventuale cura e l’assistenza di bambini portatori di handicap che possono insorgere come conseguenza di parti prematuri. Il parto pre-termine è infatti la norma per le gravidanze gemellari, specialmente specialmente quando il numero dei gemelli è superiore a 2. La prevenzione specialmente nei paesi anglosassoni si sta spostando sempre più verso la pratica di trasferire un solo embrione o SET (“single embryo trasfer”) che il più delle volte però presuppone la selezione e la crioconservazione di numerosi embrioni.
Rischi da farmaci A tutt’oggi non si può escludere che i farmaci utilizzati per le stimolazioni ovariche (gonadotropine) siano associati ad un aumentato rischio di effetti a lungo termine sulla salute delle donne come tumori alla mammella o alle ovaie. Nel contempo, però, non è stata scientificamente provata una chiara associazione delle gonadotropine con queste malattie, nonostante questi farmaci siano utilizzati da circa 50 anni e sempre più massicciamente.
Rischi genetici per il feto. I dati provenienti dalla letteratura scientifica indicano come un piccolo aumento del rischio (1%) esista nel neonati provenienti dalle tecniche FIVET e ICSI rispetto a quelli nati da gravidanze naturali (in pratica 3,1 % contro 4,1%). Tuttavia, non è del tutto chiaro se questo apparente aumento sia dovuto proprio alle tecniche di fecondazione assistita usate oppure al fatto che la popolazione delle coppie infertili sia come tale più predisposta a trasmettere malformazioni neonatali.
Rischi chirurgici. Questi rischi sono esclusivamente legati ad un momento preciso della FIVET o della ICSI ossia quello del prelievo ovocitario. I dati disponibili indicano che lesioni ad organi pelvici possono verificarsi in meno dello 0,1% degli interventi eseguiti.
Il timore per tutti i rischi della fecondazione assistita viene a volte enfatizzato specialmente nei numerosissimi Forum che esistono sulla rete internet. Chi li frequenta può farsi un idea irrealistica dell’entità di questi rischi. La loro prevenzione appare comunque l’approccio migliore al problema che passa anche attraverso una sempre maggiore personalizzazione dei trattamenti di fecondazione assistita.
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