Il recente rinvio alla Corte Costituzionale sulla possibilità di reintrodurre anche in Italia la fecondazione assistita eterologa (con le tecniche di inseminazione intrauterina, Fivet ed ICSI) ci spinge ad alcune riflessioni di natura pratica al di là della questione giuridica.
E’ opportuno comunque precisare che la situazione attuale in Europa non è uniforme riguardo queste tecniche eterologhe. Ad esempio in Austria non è possibile ricorrere a spermatozoi od ovociti estranei alla coppia. In Svizzera curiosamente è possibile l’uso di gameti maschili eterologhi (spermatozoi) ma non femminili (ovociti). In Francia la legislazione è talmente complessa da attuare che nella pratica è difficile poter usufruire della fecondazione assistita eterologa. In Inghilterra il divieto di donazione anonima dei gameti limita molto la disponibilità di ovociti e spermatozoi diversi da quelli della coppia infertile. Infatti il “turismo riproduttivo” da questo paese è aumentato molto recentemente.
In realtà nella stragrande maggioranza dei paesi europei, la domanda di gameti eterologhi riguarda le donne in quanto con l’uso della tecnica ICSI e TESE la necessità di spermatozoi estranei alla coppia non interessa più dello 0,5% di tutte le coppie infertili in pratica (coppie in cui il partner sia affetto da azoospermia “secretiva”, cioè assenza totale di spermatozoi per mancanza di produzione intratesticolare).
Per l’Italia la domanda più importante da farsi sulla prospettiva di reintroduzione delle tecniche eterologhe di fecondazione assistita riguarda il numero di uomini e donne che potrebbero realmente usufruirne. Per i primi abbiamo già citato l’esiguità, per le donne la tecnica funziona veramente solo se gli ovociti utilizzati sono molto giovani. Ecco perché le mete preferite del turismo riproduttivo prevedono il pagamento delle donatrici di ovuli (in genere studentesse o immigrate dai paesi poveri). In Italia il pagamento degli ovuli non era previsto quando si poteva praticare la fecondazione eterologa. Pertanto gli ovociti provenivano da altre donne infertili che contemporaneamente si sottoponevano a trattamenti di fecondazione assistita. Si deve sapere che la disponibilità di ovociti è legata strettamente all’età della donna e poiché attualmente la media di chi si rivolge a queste tecniche ha superato i 37 anni, almeno secondo gli ultimi dati provenienti dal Registro di Procreazione Medica Assistita presso l’Istituto Superiore di Sanità, il numero medio di quelli disponibili è calcolabile intorno ai 5. Considerato il fatto che a quell’età solo 1 o al massimo 2 sono gli ovociti qualitativamente idonei, si comprende come sia difficile soddisfare una domanda non piccola di ovociti da donare a coppie che li richiedono. Prima della Legge 40, entrata in vigore nel 2004, non era consentito il pagamento dei gameti eterologhi per la fecondazione assistita ed attualmente non è in discussione una modifica di questo punto. Quindi, una reintroduzione dell'eterologa non risolverebbe la domanda di ovuli estranei alla coppia.
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