Maschio o femmina? Numerosi metodi sono attualmente utilizzati nella medicina riproduttiva per la selezione del sesso del bebè. Nella società è sempre esistito il desiderio controllare il genere della progenie prima del concepimento. Molte le ragioni: da un maggior equilibrio numerico tra i sessi in una famiglia alla preferenza verso il maschio imposta da fattori culturali fino alla prevenzione di malattie ereditarie legate al sesso.
Nelle società occidentali sembra che l’equilibrio tra i sessi venga preferito ma sorprendentemente secondo un recente studio di David S. Karabinus in un grande centro di Genetica e Fecondazione assistita di Fairfax negli Stati Uniti il 75% delle coppie propendeva per la femmina nei loro desideri di genere per il proprio figlio.
Le tecnologie più utilizzate nelle cliniche specializzate nella selezione del sesso sono quelle che agiscono sugli spermatozoi come il “Microsort sperm sorting” e il metodo di Ericsson della separazione con gradienti di albumina. Sappiamo infatti che è lo spermatozoo portatore del cromosoma Y a determinare il sesso del nascituro visto che gli ovociti contengono sempre e solo cromosomi X. Inoltre, la diagnosi preimpianto è un’altra metodica recente per selezionare il sesso dell’embrione ma questo implica la sua distruzione.
Una buona fetta dell’opinione pubblica ha sempre criticato i metodi tecnologici per selezionare il sesso ed è stata sempre più attratta da quelli naturali indipendentemente anche dai costi delle varie procedure possibili. Secondo un recente studio della CIA per il governo americano, il rapporto reale delle nascite tra maschi e femmine è 1,05 cioè lievemente a favore del sesso maschile (nascono più maschi). Questo rapporto può variare sulla base di molti fattori anche esterni come lo stress, l’esposizione a certe sostanze chimiche o radiazioni benché gli esatti meccanismi di queste influenze non siano conosciuti.
Altri fattori esterni implicati in questa selezione sono stati identificati nei sali minerali presenti nella dieta ma anche nel momento dei rapporti sessuali in relazione a quello dell’ovulazione. In particolare secondo i ricercatori Shettles e McSweeney, gli spermatozoi portatori del cromosoma Y (cromosoma maschile) sono più leggeri e veloci, ma anche più fragili e meno longevi di quelli portatori di un cromosoma X. Pertanto, secondo gli studiosi, i rapporti sessuali più vicini al momento dell’ovulazione favorirebbero il concepimento dei maschi.
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