Il Taglio Cesareo rappresenta uno degli interventi chirurgici più diffusi al mondo e a molte donne è stato praticato a volte anche in situazioni drammatiche, con rischi per la mamma, per il feto o per entrambi.
Con lo svilupparsi di una moderna medicina materno-fetale-neonatale, con l'utilizzo dell'ecografia e la cardiotocografia intrapartum e con una sempre maggiore medicalizzazione della gravidanza, soprattutto nella società occidentale la sua incidenza è andata gradualmente aumentando.
Hanno inciso sicuramente sul suo incremento anche l'aumentare dell'età materna, le tecniche di PMA (procreazione medicalmente assistita) ma anche verosimilmente fattori economici e sociali e tra questi l'aumento del contenzioso medico-legale. Nonostante che da più parti venga criticata la sua elevata incidenza è indiscutibile il grande contributo alla salvaguardia della gravidanza nel suo atto finale al momento del parto.
La durata del Taglio Cesareo oscilla tra i 25 ed i 45 minuti e ciò dipende dalle difficoltà tecniche che ciascuna paziente presenta (esempio la presenza di aderenze, pregressi interventi chirurgici, irregolarità dell'utero e dell' inserzione della placenta, etc.). L’equipe che normalmente partecipa durante il Taglio Cesareo è composta da due chirurghi (primo e secondo operatore), un anestesista, uno strumentista, un'ostetrica, un pediatra neonatologo e un'infermiera.
A seguito di un’attenta valutazione ginecologica e anestesiologica si decide di praticare il Taglio Cesareo. L’atto chirurgico inizia dopo l'esecuzione dell'anestesia con "l’incisione di Joel Coen" attraverso la quale si penetra con il bisturi dalla cute fino al derma. Si incide centralmente il grasso sottocutaneo fino ad arrivare alla fascia muscolare. Con una forbice retta semiaperta si taglia la fascia muscolare a destra e a sinistra situata sotto il piano adiposo sottocutaneo. Si allarga la fascia in senso cranio-caudale e si evidenziano i muscoli retti addominali che vengono divaricati esponendo il peritoneo parietale (membrana sottile e quasi trasparente, che costituisce il rivestimento della cavità pelvica) che si apre attraverso digitopressione a livello craniale (per non lacerare la vescica e i vasi prevescicali). A seguire si incide la piega (plica) tra utero e vescica e l'utero a livello del segmento uterino inferiore ch è la parte più bassa e meno vascolarizzata. Successivamente si procede all'estrazione del feto e annessi fetali (placenta) e poi si chiude (sutura) l’apertura dell’utero (breccia uterina) e la parete addominale con filo di sutura continua. L’intervento si conclude con la sutura della cute.
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