Da svariati anni si assiste alla manifestazione di uno strano fenomeno: la coppia protagonista di una serie di problematiche cui si è tentato di dare risposte attraverso chiavi di lettura ed interpretazioni religiose, psicologiche, legali, ecc. Tuttavia nel tempo, almeno per quanto riguarda la realtà occidentale, si è sempre più assistito ad una polarizzazione dell’attenzione e dello studio delle psicodinamiche su alcuni filoni specifici o aree dove i partner debbono focalizzare la loro attenzione.
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Molti di noi sono portati a ritenere che gli eventi abbiano una spiegazione univoca, un significato uguale per tutti. In realtà, ogni situazione ha un significato diverso per ognuno, poiché vi è una percezione soggettiva di luoghi, persone o eventi. Oggigiorno, lo studio della coppia, la sua formazione, le sue difficoltà rappresentano un dovere per gli ‘addetti ai lavori’: è un passaggio chiave per l'interpretazione della nostra società, delle sue trasformazioni, dei bisogni e delle aspettative individuali. Si assiste ad un considerevole aumento delle separazioni. Le unioni assumono sempre più spesso carattere informale piuttosto che formale.
Esiste uno spazio della relazione non più legato all'idea di una stabilità nel tempo, ma piuttosto legato ad un’indipendenza soggettiva. Le “amicizie amorose”: molti studiosi definiscono in questo modo la nuova costruzione di coppia, laddove questa non si presenta più come legame stabile, ma come legame che possiede la caratteristica della convivenza più o meno occasionale e la possibilità di rapporti sessuali. Sono coppie che mancano però del carattere di unicità e di complicità reciproca totale e su più piani di contatto. Così come cambia il modo di organizzare la vita di coppia, cambiano anche i modi dell'incontro tra due individui, cambiano le età, cambiano le aspettative, cambiano le idee in ordine alla fedeltà, alla condivisione di esperienze, spazi e tempi.
Ancora una volta, è la comunicazione ad avere una grande importanza nella vita familiare. In genere, particolari stili comunicativi rispecchiano specifiche realtà familiari. Per esempio nelle “famiglie rigide” la comunicazione interpersonale tende a essere chiusa. Sussiste una diffusa difficoltà nell’esprimere apertamente idee, emozioni o preoccupazioni. Ma non dimentichiamoci che la famiglia è un originale caleidoscopio di risorse, affetti, legami, miti, speranze, con i suoi limiti, conflitti, sofferenze, crisi e problemi. Questi elementi, nel tempo, si mescolano per creare costellazioni di relazioni che, in genere, mutano in funzione della fase del ciclo vitale da questa attraversata e delle esperienze vissute. In tal senso, possiamo parlare di famiglia in termini di realtà in movimento e il movimento ha a che fare con la flessibilità, caratteristica che la famiglia deve possedere se vuole far fronte ai compiti di sviluppo che è chiamata ad affrontare. In altre parole, non cambia solo la coppia come ‘entità’, ma cambia anche singolarmente il partner rispetto a situazioni di vita non necessariamente appartenenti alla vita intradomestica.
Alcune coppie, in determinati momenti della loro vita, soffrono per la sensazione d’essere paralizzate, non avvertono nessuna possibilità di scelta, non hanno nessuna possibilità di azione, sperimentano la condizione esistenziale di non aver nessun potere rispetto a se stessi e alle possibilità di scelta che gli si presentano. Tra le strategie di comunicazione “inefficaci” ha un ruolo centrale anche il cosiddetto messaggio paradossale, come “non mi ami più come una volta, non mi aiuti più nelle faccende di casa!” Questa frase produce come risultato l’assoluta mancanza di chance per il partner. Infatti qualora decida di riprendere i comportamenti indicati, la reazione sarebbe di delusione dal momento che verrebbe accusato di averlo fatto solo dietro richiesta o sotto ricatto, mentre qualora decida di non rispondere alla richiesta sarà “l’ennesima volta che mi deludi, neanche se te lo chiedo lo fai”, finendo per rafforzare il giudizio alla base della lamentela.
Comunicazioni di questo genere portano incomprensione, soprattutto per il fatto che chi le pronuncia non è consapevole delle possibili conseguenze o delle possibili alternative. D’altro canto, sono matrimoni (o unioni) felici quelle che si basano su una profonda amicizia, su un rispetto reciproco e sul godimento della reciproca compagnia. In queste coppie i partner si conoscono intimamente e ognuno sa bene cosa piace o non piace all’altro. Si rispettano a vicenda ed esprimono il proprio amore non solo con grandi gesti, ma anche con i piccoli gesti della quotidianità. Quando ci sono problemi organizzativi che li tengono lontani o sotto pressione, tra di loro o nel lavoro, nei rapporti, trovano delle strategie per sostenersi nel quotidiano. L’amicizia alimenta le fiamme dell’amore e offre la migliore protezione dai sentimenti di ostilità verso chi abbiamo scelto come compagno o compagna.
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