Se c'è amore, c'è salute. Uno studio condotto dai ricercatori dell'Universtiy of Otago e pubblicato sul British Journal of Psychiatry ha dimostrato gli effetti positivi che una buona vita di coppia esercita sulla salute di ciascun partner. Avere una relazione stabile, infatti, incrementa il benessere personale. Quanto più è duraturo il rapporto, tanto migliori saranno le condizioni di salute di chi lo vive.
"Lo status giuridico del rapporto non fa la differenza”, ha spiegato Sheree Gibb, che ha partecipato alla ricerca. “È la durata del rapporto che ha un effetto positivo sulla salute mentale dei cittadini, e non importa che la coppia sia sposata o convivente. Il nostro studio contrasta con ricerche precedenti che hanno messo in evidenza una minor incidenza di problemi mentali solo tra le persone sposate e non tra quelle conviventi”. Il dato determinante è la longevità della relazione, che parrebbe un ottimo dissuasore dall’uso di alcol e sostanze stupefacenti, svolgendo anche una funzione anti-depressiva.
Dallo studio emerge che a 2 anni dall’inizio di una relazione i soggetti inizierebbero a beneficiare degli effetti positivi sulla salute prodotti dalla presenza del partner. Gli studiosi, dopo aver esaminato lo stile di vita di circa 1.000 trentenni neozelandesi, hanno rilevato che ad avere disturbi depressivi erano il 23% dei single, il 16% delle persone che non avevano un rapporto stabile, e il 10% soggetti che vivevano una relazione da un arco di tempo compreso tra i due e i quattro anni. La percentuale scende al 9% per chi viveva in coppia da più di cinque anni.
Gli studiosi hanno anche riscontrato che il tasso di abuso di alcol o stupefacenti era del 12% tra i trentenni single e del 13,5% tra le persone che avevano una relazione da meno di due anni, mentre solo il 4% di coloro che avevano una storia da più di due anni hanno presentavano problemi di alcol. La percentuale è scesa al 3% per i soggetti che avevano una relazione da più di cinque anni. I dati sono stati confermati anche dopo aver controllato altri fattori come il background familiare e precedenti problemi di salute mentale.
Sarebbe interessante venire a conoscenza di quali siano stati gli “strumenti” utilizzati sia per la ricerca che soprattutto per indagare il “background familiare”, in quanto aspetti come l’uso di stupefacenti o di alcool hanno strettissimo rapporto con l’educazione ricevuta e la cultura alla quale un soggetto appartiene. Altro aspetto rilevante, dal punto di vista statistico, è inerente il campionamento acquisito: soggetti selezionati in maniera casuale o da un contesto geografico specifico? Sarebbe interessante effettuare un follow-up sul campione a distanza di 3 anni, visto che sussiste un calo percentuale della depressione (dal 10 al 9 %) nelle coppie, per confermare l’ipotesi sperimentale che la coppia riduce questa problematica.
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