Sono diversi i fattori che predispongono un individuo a sviluppare un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA). Essere una donna è uno di questi. Tendenzialmente una donna è molto più soggetta al culto della magrezza rispetto all’uomo. Anche l'età gioca un ruolo decisivo. In genere i disturbi del comportamento sono più frequenti in persone che hanno un'età compresa tra i 15 ed i 35 anni. Vi sono anche altre cause frequenti dei disturbi nel comportamento alimentare. Tra queste:
- Soffrire di disturbi depressivi, ed il fatto di avere certe caratteristiche di personalità.
- Essere in sovrappeso, in quanto si è visto che molti DCA iniziano con una dieta restrittiva in queste persone.
- Avere una famiglia in cui il peso e la forma fisica sono considerati come problemi importanti.
- Avere subito abusi sessuali nell'infanzia o nella adolescenza. Si è infatti riscontrata una incidenza, statisticamente significativa, di abusi in pazienti con DCA.
- Essere cresciuti in una famiglia che non ha trasmesso sufficientemente la fiducia in se stessi, l'autostima, la capacità di riconoscere ed elaborare le emozioni.
Molti genitori, al giorno d'oggi, si preoccupano per tutte quelle problematiche riconducibili ai disturbi alimentari, pensando spesso che questa categoria sia fine a se stessa e non correlata ad altre problematiche di personalità. Alle parole ‘disturbo’ e ‘alimentare' si è data una tale attenzione negli ultimi anni che non è inusuale trovare genitori che si chiedano se c'è qualcosa di sbagliato, quando notano un cambiamento nel comportamento o nel modello alimentare del figlio/a.
Nella maggior parte degli studi epidemiologici degli ultimi tempi si è notato un aumento della frequenza dei disturbi del comportamento alimentare tra gli studenti, sia delle scuole medie inferiori che superiori. A seconda dei diversi studi, la frequenza varia tra il 2% ed il 10%, dipendendo dal tipo di popolazione studiata e dai criteri diagnostici utilizzati. Questo ha portato a pensare ad una "epidemia sociale moderna" soprattutto riferita ad anoressia e bulimia. Molte le ipotesi per giustificare questo sviluppo.
Il disturbo del comportamento alimentare, oltre all’alterato senso della fame e della sazietà, è caratterizzato dalle età nelle quali problemi alimentari si presentano, coincidendo spesso con le età della pubertà o comunque del cambiamento sessuale in termini di sviluppo. Il desiderio di dimagrire, per la gran parte presente nella popolazione giovanile femminile, nonostante la presenza di un peso corretto, può far pensare ad un acritico adeguamento a modelli sociali prestabiliti o ad una fragilità psicologica inquietante, al punto che, alcuni autori, come ad esempio Rosen (Rosen, D.S., & Neumark-Sztainer, D. (1998). Review of options for primary prevention of eating disturbances among adolescents. Society for Adolescent Medicine, 23(6), 354-363), hanno ipotizzato che nei paesi ad impronta anglosassone, la pressione sociale per il dimagrimento è talmente forte, che questa potrebbe legarsi fortemente alla genesi di problemi sull’immagine corporea (dismorfofobia) e, di conseguenza, determinare alterazioni finanche del vissuto e dell’attività sessuale che strettamente risulta connessa al complesso vivere e viversi il corpo.
Il cibo, inoltre, non è solo una fonte di calorie e di elementi indispensabili alla funzionalità dell'organismo. Serve pure a soddisfare le esigenze più disparate, spesso contraddittorie, come sostitutivo di un desiderio insaziabile d'amore o espressione di rabbia e di odio. Può sostituire il piacere sessuale o indicarne il diniego, può rappresentare la fantasia di possedere l'organo maschile o quella della maternità. Può anche offrire un senso di potere infinito o può esprimere un rifiuto delle responsabilità adulte. Può inoltre servire a riempire un vuoto affettivo, a placare l'angoscia prima che diventi panico, un voler tapparsi la bocca per proibirsi di dire cose troppo sconvolgenti, o persino un rifiuto dell'identità femminile.
Se ne deduce, quindi, che il cibo ha vari significati:
- psicosomatico (come confusione tra emozioni e sensazioni),
- regressivo, (come consolazione in personalità infantili),
- difensivo (come protezione),
- liberatorio (come spazio in un mondo pieno di obblighi e conformismo).
- consolatorio/compensatorio (cibo riempitivo di vuoto esistenziale/palliativo del sesso),
- aggressivo (come sfogo della rabbia),
- reattivo (come conseguenza a forti stress)
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