Quando parliamo di sesso e di rapporti sessuali, non possiamo prescindere dal contesto culturale e geografico nel quale viene praticato. Già Freud, quando si occupò di sesso (Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, Torino, Bollati Boringhieri, 1975), ci permise di comprendere come il nostro agito da adulti corrisponde sostanzialmente al modello educativo ricevuto da bambini e a come i nostri genitori ci hanno spiegato, illustrato, inibito o protetto dal mondo esterno ed i suoi stimoli libidici.
La lussuria è un vizio naturale
(Giovanni Boccaccio)
E’ altrettanto vero che, sempre Freud, afferma in una sua frase: “L'amore sensuale è destinato a spegnersi una volta soddisfatto; per poter durare, esso deve essere associato, fin dagli inizi, ad elementi di pura tenerezza, deviati dallo scopo sessuale, o subire ad un certo punto una trasposizione di questo genere”, lasciando intendere che il sesso fine a se stesso è destinato a soccombere o a divenire pura e semplice ripetizione di un atto, come all’interno di un mero circolo vizioso, dove uomo e donna sono solo strumenti di piacere.
Però, mentre il cibo fagocitato senza controllo dona un’ebrezza legata al momento, chi si inebria con i piaceri della carne ne desidera altra, potendosi in questo modo permearsi di altro piacere mentre già sta provando un piacere. Lussurioso è colui che impara a riconoscere se stesso e le sue potenzialità, attraverso il gesto sessuale, poiché la performance andata a buon fine crea in lui gratificazione e, rispecchiandosi nel piacere provato e fatto provare, alimenta anche le sue necessità narcisistiche. E quando questo processo, all’apparenza contorto, non può esser raggiunto nelle normali forme di conoscenza dell’altro o dell’altra, non importa se interviene il denaro e la mercificazione di un corpo. E’ proprio il momento del fine che giustifica i mezzi perché pagando si può dare sfogo a tutte le fantasie più proibite, perverse, al limite tra il lecito e l’illecito.
“Poiché sia il desiderio sessuale, sia l’amore possono essere egualmente passionali e struggenti, può essere difficile distinguere questi due sentimenti in termini di intensità. L’elemento chiave è il contenuto profondo del sentimento. Nel desiderio sessuale puro e semplice, gli elementi di rispetto e di coinvolgimento sono minimi; possono costituire un’idealizzazione a posteriori, ma non la parte centrale del sentimento”. Con queste parole Masters e Johnson spiegano cosa differenzia il campo gestito dal sesso e quello gestito dall’amore (Masters&Johnson, Il sesso e i rapporti amorosi, Milano, Longanesi, 1987). Ma possiamo comprendere quanto sia importante la realizzazione di sé, affinché si possa vedere il sesso come tramite e non come fine di un rapporto, dalle parole di Fromm: “Vorrei che la persona che amo crescesse e si evolvesse per il suo bene, seguendo la sua strada e non allo scopo di essere utile a me” (E. Fromm, L’arte di amare, Milano, Mondadori, 1968).
Per decenni legate alla parola lussuria, termini come ‘satiriaco’ o ‘ninfomane’ hanno caratterizzato quelle persone dedite al sesso sfrenato, a prescindere dal coinvolgimento emotivo. E comprendiamo quello che si è scritto all’inizio dell’articolo, a proposito degli aspetti culturali, quando si domanda al cittadino medio il significato delle due parole sopra citate. Ed appare chiaro, quando ascoltiamo che è assai più conosciuta la parola ‘ninfomane’, che spesso alla donna è stato associato il ruolo di tentatrice, viziosa e strumento di piaceri inenarrabili. D’altro canto, un uomo sente la necessità di definire la donna come tale perché questo è l’unico suo strumento per tenere a bada le di lei voglie, pur lecite. Nella società, quindi, si è conservata ancora la visione dell’uomo iperattivo sessualmente come di un uomo portentoso, di uno ‘stallone’. Nella donna con le stesse esigenze sessuali, l’attributo immediato è proprio quello di ninfomane, con un’accezione marcatamente negativa.
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