Vari modi di posizionarsi nello spazio denotano atteggiamenti di apertura o chiusura nei confronti degli altri
Esiste un aspetto, condiviso da animali ed esseri umani, che è il modo di vivere e di viversi in uno spazio. E, così come un cane o un gatto affronta diversamente l’incontro con un altro cane o gatto, le molteplici forme nelle quali si caratterizza questo vissuto divengono ricche di sfumature interpretative allorquando un individuo si viene a relazionare con un altro, in special modo quando ancora la dialettica non ha fatto il suo esordio o, per ragioni legate al contesto, l’unica forma di comunicazione possibile è quella legata alla gestualità e/o alla postura.
Numerosi segnali si possono osservare ed interpretare se solo dedichiamo parte della nostra quotidianità, piena di impegni familiari e lavorativi, alle relazioni che intessiamo con amici, colleghi, parenti. Addirittura, anche il modo di posizionarci rispetto agli oggetti racconta del nostro volere apparire o del nostro volere nasconderci dagli altri e, forse, anche da noi stessi. E’ opportuno sempre ricordare che qualsiasi atto legato alla comunicazione verbale andrebbe sempre associato ad altri, poiché un semplice, unico segnale non è sempre equivalente sempre a quell’unica interpretazione. Vediamo alcuni tipici segnali posturali.
Segnali di leadership. Osserviamo, per esempio la figura che vede l’uomo seduto su una sedia allungare il proprio braccio destro fino a prendere tutto lo schienale dell’altra sedia e posizionare le gambe in modo tale da aprirle estendendole. E’ il tipico atteggiamento di chi desidera manifestare, attraverso questa posizione degli arti, supremazia e leadership. Il vissuto, infatti, che l’inconscio percepisce dal modo di sedersi di questa persona è legato alla quantità di spazio che il corpo occupa, così come ben raffigurato nell’immagine dove si vede l’ombra che amplifica la reale esigenza di spazio per sedersi.
Segnali di apertura/chiusura. Proviamo a concentrarci, nella nostra vita di tutti i giorni sul modo di porre il busto delle persone che incontriamo, soprattutto quando dialoghiamo seduti ma anche quando siamo in piedi. Se, come nel caso dell’immagine della donna, il busto si protende in avanti, avremo un comportamento legato alla proattività e, pertanto possiamo concludere che quella persona è evidentemente interessata al nostro argomento di discussione.
Anche le gambe in posizione quasi di partenza e lo sguardo mirato ci segnalano ‘attenzione’ da parte della persona con questi comportamenti. Nell’altra immagine, possiamo notare il classico porre le braccia incrociate, tipico gesto di chiusura. Va però sottolineato che occorre associarlo anche al distogliere lo sguardo e ad altri aspetti per poter parlare di “chiusura” e non di una semplicissima necessità di comodità.
Segnali eco-posturali. Quando un individuo che si relaziona con noi si posiziona eseguendo gesti e mimiche nella sua postura che ‘replicano’ i nostri, allora possiamo parlare di comportamento eco-posturale. In Programmazione neuro-linguistica questa esperienza viene rappresentata parlando di ‘rapport’. Si entra così tanto in una sorta di affiatamento emotivo con l’interlocutore da assumerne persino i gesti come si fosse dinanzi ad uno specchio. (cfr immagine)
Segnali di sfida/competitività. Sono quei tipici segnali che vengono attuati integrando componenti legati alla postura, allo sguardo e alla mimica facciale. Il classico, emblematico caso è osservabile nell’immagine dell’uomo che pone le braccia allargate, mettendo le mani ai fianchi ed il pollice poggiato sul retro dell’anca. La volontà è quella di intimorire l’interlocutore e di spaventarlo anticipatamente per prevalere.
(Riferimenti bibliografici delle foto: Pacori M., Come interpretare i messaggi del corpo, De Vecchi Editore)
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