
La società ha da sempre ‘caricato’ fortemente alcuni passaggi fondamentali della crescita. Sia emotivamente che dal punto di vista delle responsabilità che un dato gesto o situazione può determinare. Avviene così per un matrimonio, per la nascita di un figlio, per l’inizio della personale attività lavorativa. In modo intenso e ricco di implicazioni di varia natura, avviene anche per la prima volta che si fa l’amore.
Un tempo questo evento rappresentava l’apertura alla vita di relazione e veniva atteso con un’ansia che non riguardava solo il giovane, ma anche persone, come i genitori, interessati al corretto agire dei loro figli ed attenti ad uno dei passaggi più delicati della vita. Oggi andrebbero presi in considerazione aspetti nuovi poiché la società offre opportunità, strumenti e modalità che facilitano di gran lunga i rapporti erotici e l’incontro tra i sessi. A questo si aggiunge la variabile tempo che stringe ancor di più gli spazi di scelta del proprio percorso esistenziale, compreso quello legato alla propria intimità.
Pensiamo ad Internet e alla possibilità oggi, attraverso la telefonia cellulare, di condividere immagini, suoni e video. E alle ostentazioni di nudità, fisicità veicolata attraverso televisione e pubblicità. Fermo restando i commenti che possono rasentare giudizi moralistici che in questa sede non pare importante sottolineare o evidenziare, occorre che il primo nucleo fondante il carattere di un bambino, la famiglia, possa recuperare un ruolo che forse, negli anni, ha perso. Il ruolo educativo, affidato ad ambiti che si legano all’apparenza e al denaro (su tutti, proprio la televisione) può provocare non tanto l’effetto emulativo nel giovane, quanto la perdita di rappresentatività di un padre e di una madre come bagaglio di contenuti emotivi, affettivi, protettivi ma anche stimolanti dotati di positività e costruttività.
Fare l’amore significa donare se stessi all’altro. E questo non pensiamo si leghi ad uno specifico sesso. Sia uomini che donne, infatti, dovrebbero vivere il ‘senso magico’ del sentire i profumi, la pelle, l’intimo del partner. La nudità ha un valore che è importante condividere con chi si sente potrà accoglierci, rispettandoci. Ecco anche il perché non esiste un’età specifica nella quale ci sentiamo di dire che è giunto il momento di scoprire l’amore, come se tutto si riferisse ad una ‘quantità anagrafica’.
Responsabilità, allora, affidata al ‘sentire’ più che al ‘vedere’. Sentire voglia dell’altro/a non è solo vedere l’altro/a come un corpo bello, appetibile e sensuale. Un genitore capace di organizzare i propri vissuti ed esperienze maturati da giovane, adattandoli temporalmente all’epoca attuale, a quanto il figlio o la figlia sta vivendo, è un genitore vincente. E’ questa un’opera di grande fiducia, ma anche lealtà educativa.
Un ragazzo o una ragazza è, d’altro canto, importante che sappia che quei momenti saranno comunque legati ad un fattore indipendente dalla nostra volontà. Questo fattore è la memoria. Con le dovute differenziazioni, quella prima volta farà parte delle successive volte, con meccanismi di confronto, riflessione, rimpianto, rimorso. Perché l’amore è in continuo divenire, ma ricco sempre di sapori, il cui gusto rimane nel tempo.
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