Nelle più antiche civiltà del mediterraneo come quella minoica o cretese c’erano il matriarcato e la poliandria: la donna aveva accanto a sé molti uomini. La più grande dea femminile, la Grande Madre , infatti si sposava ed accoppiava ogni anno con un nuovo uomo tornando in primavera perennemente vergine . Seni prorompenti, natiche e genitali prominenti sono raffigurati in statuette giunte fino a noi dopo oltre 20000 anni: le veneri paleolitiche.
Questo antico “ femminismo” venne poi sostituito dal maschilismo e dal patriarcato della civiltà micenea. Questa civiltà, fatta di guerrieri e mercenari favorì la poligamia e la centralità della figura maschile: la donna attendeva in casa il marito guerriero, un po’ come Penelope con Ulisse. E’ probabile che l’atteggiamento continuamente guerresco di questi popoli abbia favorito anche la pratica dell’omosessualità maschile. Inoltre del bottino di guerra poteva far parte anche la donna che poteva infatti diventare schiava-concubina e pertanto donna-oggetto. Anche quando ai micenei seguirono altre popolazioni come gli spartiati la bisessualità veniva largamente praticata : dagli uomini perché il rapporto con la popolazione femminile era di 7 a 1 e dalle donne che si tovavano piuttosto sole nelle isole greche per lunghi periodi di tempo in attesa dei loro uomini mercenari.
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